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Pizza al Terminal


Una pizza al terminal

/*A pizza at the terminal*/  
terminal pizza «È tuttora la pizza incontrastata che ancora il mio stomaco reclama. Il partner occasionale incontrato al terminal invece non vorrei più incontrarlo.»
 

Last modified: Aug 10, 1997 (Created: Aug 10, 1997)
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Terminal pizza

/*Pizza terminal*/ A 'Il Pepe', di fronte al terminal dei container principale, vi e' una pizzeria dove si fà la pizza. Dunque avevo fatto degli strani calcoli su come passare la serata, e non ricordo come arrivai alla coclusione che avrei dovuto mangiare in un locale vicino all'albergo nella direzione della citta'. A onor del vero la pizzeria piu' vicino era un'altra... ma ispirava poco... era collocata sopra un canale di acqua dolce dove venivano allevati topi grossi come gatti e davanti all'ingresso della cucina venivano come i gatti prima a raccogliere gli avanzi, anzi entravano e si servivano da soli, poi rapiti ed istruiti a fare la parte del coniglio, del manzo... e so di qualcuno dotato digrande talento che riscuoteva un grande successo nella parte di branzino.
Dunque, la seconda pizzeria piu' vicina era di fronte al terminal. La strada e' molto trafficata in relazione alle sue dimensioni. Scorre lungo il perimetro del porto costeggiata da alberi e negozi. All'ingresso del locale c'era un discreto movimento di giovani, e quindi entrai con convinzione. Andai al bancone nel mentre che un tipo portava via una pila di alta un metro di pizze nei contenitori di cartone. Un cameriere invece aveva riempito un vassoio tondo di bottiglie di birra nazionale deliziosamente imperlate di condenzsa. Il pizzaiolo lavorava come un forsennato all'imbocco del forno a legna sul banco di marmo coperto di farina e piatti di elementi custom per l'assemblaggio delle pizze.
"Sono solo". Mi rivolgo al piu' anziano... una specie di Haevey Keitel napoletano... napoletani sembrano pure tutti gli altri... e almeno uno e' suo figlio...
"Siediti con lui... anzi no, con lui" e fa' un cenno al ragazzo seduto anch'egli da solo al tavolino.
Ci penso poco su'... il il conto e' facile... sono effettivamente da solo, ma ci ho un cazzo da fare, la pizza ha un ottimo aspetto. Mi avvicino, e chiedo con garbo: "Permetti?". Il tipo e' biondo ossigenato ed e' al cellulare. Bonfonchia qualcosa di afferamtivo e allora io mi siedo. Mi guardo attorno. Il locale e' pieno di cammionisti enormi. Mangiano di tutto, e l'aspetto delle pietanze e' ottimo. Nell'altra sala ci deve essere una comitiva di militari perche' si sente sempre urlare. In un'altra ancora intravedo una ragazza impegnata in un accesa discussione con qualcuno che non vedo.
Il tipo finisce la telefonata ed io mi presento. Non ci siamo detti sostanzialemnte piu' nulla. Io penso a che botta di culo avrei avuto se avessi trovato in quella circostanza una bruna mediterranea allevata ad olio extravergine di oliva che tanto bene fa' al pelo delle femminucce... Nello stesso tempo arriva un piatto enorme di pasta pomodoro e basilico... si direbbero almeno due porzioni. Io ne approfitto per ordinare.
Mi accorgo che oltre alla discreta serie di orecchini, all'orecchio, piersing al naso, il tipo porta il petto scoperto... eppure indossa una maglietta bianca. Cerco di non dimostrarmi troppo interessato, e alla fine capisco il trucco: non ha infilato la testa "nel buco" apposito. Questo e' sulla sua schiena, e l'orlo che normalmente dovrebbe essere sulla pancia gli gira sulla nuca.
Sento un boato, mi volto verso la porta a vetri dell'ingresso e mi assale l'impressione che un enorme cammion stia entrando nel locale. Invece sta' uscendo curvando dal terminal alla strada. Il bestione arriva ad oscurare completamente la debole luce crepuscolare. Il tipo ha una brocca piena di vino bianco, ma non ne tocca una goccia. Io secerno un'acquolina in bocca copiosa, la mia pizxa si fa' attendere... Uno scampanio richiamam ancora la mia attenzione all'esterno del locale. Vedo solo la motrice elettrica ferroviaria che corre lungo la strada. I cammion si sono dovuti fermare per lasciarla passare.
Vedo finalmente il gestore del locale che esce da dietro il bancone. La prima impressione e' che sia in mutande. Le scarpe di cuoio con i pedalini neri fanno risaltarela carnagione bianchiccia e le ginocchia sporgenti. Armeggia con un enorme frigo verticale da cui estrae birra e semifreddi chinandosi e ricevendo la nebbia dell'armadio sulla sua persona.
Un tipo arriva e siede al tavolo accanto. Si fa' prestare una penna e comincia a leggere con attenzione una rivista di parole crociate. La penna rimane col tappo per tutto il tempo perche' evidentemente si appassiona piuttosto alla lettura delle spigolature(?!) che segue con sguardo accigliato e meravigliato...
Vabbe'... la pizza era buona.
FINE

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