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Trieste Friuli

Trieste (Friuli))

/*Tergeste (Julii)*/  
trieste friuli «Città imponete e dai moli indimenticabili Trieste. Una gita pregna di storia e di sensazioni ai confini della nazione e della terra ferma del Friuli
 

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Merda! Non so voi, ma per i viaggi io mi attrezzo sempre, anzi mi agguerrisco per il lungo straniamento. All'uscita della stazione di Treviso (Friuli) riesco a sganciarmi appena in tempo per i primi riverberi del mare. Oggi e' il 3 maggio 1998, il 27 febbraio 1995 era l'ultima volta che ci eravamo stretti la mano. Fatti i conti: 13/05/98 meno 27/02/98 uguale 5/02/03, ovvero tre anni e due mesi circa fa. Oggi e' una splendida giornata per fare sci nautico. Sotto di me uno sciatore gira attorno al banco di boe. Una coda di mercantili in fila indiana si avventura verso i moli di Monfalcone. Insomma, questa era nella mia stanza... o io ero nella sua... all'epoca della tesi. La stanza era nel dipartimento di Elettrica. Lui e' rimasto elettrico, io sono cascato nel gorgo dell'IT. Non abbiamo aggiunto altro se non rapidi cenni ad un'altro frequentatore di quel laboratorio. Ecco il caso.
Le nuvole producono un delizioso gioco di chiaro e ombre che movimentano la gia' variegata superfice di pietre e arbusti sassosi (ma nulla in confronto al colore autunnale). Il variegato alla nutella e' buonissimo, ma e' anche una bufola. D'altronde chi ha mai contestato i pregi di una mozzarella? Si chiama variegato quando invece e' un delicato gelato alla crema con spatolato sopra della nutella. Ogni tanto, quando lo strato marrone si esaurisce viene rinnovato.
Un fiume attorniato da una folta vegetazione serpenteggia lento, ora a perpendicolo e ora parallelo alla costa. Sembra uno lento e stanco defluire della pianura padana, in fondo, nel Veneto fino in Friuli. A proposito, ma Mestre e' nella pianura Padana o no? Andatevi a vedere la conoide di deiezione! Ma e' nutella o e' una generica crema spalmabile alla nocciola? Fosse nutella non vedo il simbilo di Marchio Registrato. Trovate assurda la mia polemica? Io il variegato l'ho sempre visto fare direttamente nell'impastatrice, colando lo sciroppo caldo in un sottile filo che rapidamente si addensa a causa del freddo. E poi, si dice Berlina o Berliner? E il prosciutto cotto invece e' in carrozza o in carrozziner? Prendiamo un paio di palle di questo variegato, ovvero costituiamo in fondo ad un bicchiere un papagno di gelato alla crema interrotto da una fase molto piu' densa e incoerente di crema spalmabile alla nocciola. Copriamo la voluttuosa salma in un sarcofago di piacere alla panna montata ed eiaculiamoci sopra una lunga e calda bava di cioccolato fondente amaro. Il cioccolato scioglie e corrompe il candore di quella fine emulsione raffinatamente vanigliata. Non e' prettamente Triestina anche se il tutto ci ricorda l'erosione del calcare del Carso. Il lungo cucchiaino penetra con facilita' in quelle mucose di latte e panna, separando come labbra due lembi frastagliati. I duelembi sotto la pressione della penetrazione si sciolgono e lubrificano la discesa del ferro nel suo intimo. Qull'umido pube dal vello color cioccolato si possiede con calma, allargando e godendo un poco per volta quel nettare di crema spumoso.
Il porto con i cantieri di Trieste segna la fine della costiera che va fruita sempre in direzione di Trieste per godere dei migliori scorci di Miramare e della citta'. Non e' affare mio risolvere per voi il problema di percorrere il tragitto inverso. Sono troppo brusco con l'antico collega? E si che eravamo affiatati... ma non posso rinunciare cosi' alla ispirazione... a queste sei ore di coazione alle pratiche letterarie. In passato la mia piu' grande occasione l'ho avuta quando rimasi in ospedale e a letto per tre mesi. Avevo sul comodino la montagna incantata di Mann. Lessi l'un percento del libro. Poi lessi altre robe feci altre cose.
molo
Trieste città aperta di storia italiana ed europea di dolore in immensi spazi antistanti il mare il porto immense piazze unità d'italia e disgregazione d'europa.
Per entusiasmarvi dovete iniziare dall'Unita' d'Italia. Prendete la rincorsa e correte verso il mare che ne bagna un'intero lato. Peccato, vereste investiti da macchine e pullman. Un tempo sareste rimasti pure vittime di tragici incidenti ferroviari. Per quanto sopravvissuti al traffico stradale ora come ora potreste inciampare nelle rotaie che e' cio' che e' rimasto della bretella tra le due stazioni commerciale e civile. Se avete gia' visitato la citta' con i suoi grandi palazzi in svariati stili, l'ampiezza dell'orizzonte al livello del mare vi sbigottira'. Eppure a destra e' la costiera del Friuli e a sinistra l'Istria e la Dalmazia, ma talmente lontane... Fate un giro del recuperato molo retrostante la Stazione Marittima. I magazzini sono stati riutilizzati come locali per le iniziative cittadine. Uno sportello della White Star Lines potrebbe ancora servirci per prenotare un posto sul Titanic se l'insegna in ferro non fosse arrugginita e le pesiane di legno alle finestre con qualche sbreccio nel legno e nella vernice essicata. Non parcheggiate! ...almeno con la bora in arrivo. Ora con le barriere in cemento il pericolo e' minore ma una macchina potrebbe ancora essere sospinta in mare... Per qunto riguarda la storia, notiamo dei tralicci in metallo a sostegno delle scale per salire sui traghetti; per proseguire notiamoi parabordo piu' grande del mondo: una specie di cisterna nera foderata con pneumatici incatenati tra loro, indispensabile per la bora a cui rendiamo rispettoso e deferente ossequio.
ts
Possiamo scegliere tra un percorso nelle animate vie cittadine, o in quelle piu' antiche e popolari (dove e' posto a Trieste il confine tra antico e nuovo, popolare e magnificente?). Freghiamocene e aniamo al bar San Marco, il bar degli scrittori. Certo ce ne' anche altri con questa caratteristica, ma la mia preferenza e' rivolta a questo. Qui a Trieste se chiedi un caffe' ti danno un te', se chiedi un cappuccino ti dnno una cioccolata, con goccia o senza, come la mosca nella sambuca. Accidenti, non sono sicuro che ia cosi', ma ricordatevi di accertarvi su qunto ordinato riguardo la caffetteria perche' qui sono in voga delle curiose trasposizioni. Saliamo a San Giusto per via San Michele, via della Cattedrale, gettando l'occhio nelle botteghe degli antiquari, librerie e antiche taverne... e al panorama. Sul cammino incontrremo l'arco di Riccardo, che ora che l'hanno ripulito e' molto meno significativo di quando era annerito dallo smog.
Visitiamo il manicomio e l'universita'. Nel primo ci sono i matti, nel secondo d quando hanno chiuso il primo qulsiasi differenza si confonde. Per uscire il sabato sera ci si ammucchia tutti quanti in piazza Oberdan. Aggregatevi alla prima compagnia che incontrate e fate come ai matrimoni in cui non siete invitati, sorridete e salutate tutti. Parlate dello scontato e fuggite lo specifico, e la socializzazione e' garantita. Se siete scaltri scroccherete pure un passaggio su una delle macchine ammucchiate nella piazza e regolarmente spazzate dal bus di linea, dotato di benna e quattro ruote motrici. Non so perche' non ci si dia l'appuntamento in altre piazze, o sotto casa di qualcuno, ma certamente in questo modo i Triestini possono accoppiarsi con grande uniformita' nell'intera popolazione.
Dopo Monfalcone sono di nuovo nella (mia) pianura. E quindi torno indietro col pensiero alla tipica cucina messicana, il tipico risotto integrale extraeuropeo, il tipico bourbon.
I problemi irrisolti della citta': cosa e' il Gran Pavese? da dove viene la Bora qual'era il palazzo del governo austriaco?
FINE

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