Cannobio (Lago Maggiore)
/*Cannobio (Maggiore Lake)*/«Militi ignoti, Svizzere e Messi comunali. Tutto per aver sbagliato strada e lago. Pomeriggio ozioso sulle panchine lacustri di Cannobio, Lago Maggiore.» |
Last modified: Apr 18, 1998 (Created: Apr 18, 1998)
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Gita a Cannobio. Volevo andare a Cernobbio ma mi sono ritrovato a Cannobio. Eccesso di entusiasmo oppure granulosità del ricordo di una solenne mangiata mischiato a quello di una divertentissima circumnavigazione del Lago Maggiore in un'altra mia vita. In questa vita volevo Cernobbio e mi ritrovo a Cannobio. In tutto e in parte, questa, è evidente la presenza di un disegno. Ma non è un problema, in quanto ho già mangiato.
C'è il lago, le montagne, il porticciolo turistico, le svizzere... c'è un monumento al Milite Ignoto. Lo si riconosce perché, impettito e marziale, è un uomo nudo con elmetto che regge una bandiera che pietosamente gli copre i genitali. Ma dietro a tutta questa retorica di simboli fisici e metafisici, le bandiere e gli elmetti, l'espressione guerriera e abnegata, voltiamo l'aiuola e ci ritroviamo due belle chiappe sode. Non è la Vittoria, che è femminea e seducente, non è Pietà che è materna. È il milite che ha le chiappe scoperte.
Un bel culo, come quello che mi ritrovo con il piccolo sforzo di torcere il collo a volte uscito dalla doccia più rilassante, senza fretta, vagamente narcisistica. Il bronzo non ha peli, ma al loro posto delle estese macchie di ossido. Guardo le gambe delle svizzere ai tavoli di un bar lì vicino. Non sono chiappe, ma vi affonderei volentieri la faccia in mezzo.
Vorrei introdurre ora un altro tema, che prosegue e in un certo senso 'approfondisce' l'argomento precedente. Guardo l'altra sponda del lago e vedo il nero e grosso buco, la 'caverna', piena della centrale elettrica di Maccagno. Fine della eh, eh, 'introduzione'. Dicevo quindi che mi sono informato presso le cosce delle svizzere riguardo l'uso giornaliero inconsueto che nel paese si è reso necessario. Il messo comunale ogni mattina presto, oltre a provvedere allo svuotamento delle buche postali, dell'accensione della fotocopiatrice, del riscaldamento delle scuole elementari, dell'approdo del traghetto del panettiere e del lattaio, deve anche togliere dal culo del milite tutti gli oggetti che i giovinastri di droga e qualche pensionato Cavaliere di Vittorio Veneto del luogo vi abbandonano. Si trovano come minimo le cicche delle sigarette, le gomme masticate, la busta della pensione, a volte ruote di bicicletta (neanche fosse il monumento al milite bersagliere). La pratica ritualistica che si è affermata, prevede che all'atto del prelievo dell'oggetto si dica rivolgendosi idealmente a piccoli e vecchi teppistelli: 'bastard, de la madona'.
In comune, un piccolo museo delle cose ritrovate (che non vengono restituite costituendo un fondo di indennità per il messo) è visitabile il 1°Aprile. Citofonare Giusi.
C'è il lago, le montagne, il porticciolo turistico, le svizzere... c'è un monumento al Milite Ignoto. Lo si riconosce perché, impettito e marziale, è un uomo nudo con elmetto che regge una bandiera che pietosamente gli copre i genitali. Ma dietro a tutta questa retorica di simboli fisici e metafisici, le bandiere e gli elmetti, l'espressione guerriera e abnegata, voltiamo l'aiuola e ci ritroviamo due belle chiappe sode. Non è la Vittoria, che è femminea e seducente, non è Pietà che è materna. È il milite che ha le chiappe scoperte.
Un bel culo, come quello che mi ritrovo con il piccolo sforzo di torcere il collo a volte uscito dalla doccia più rilassante, senza fretta, vagamente narcisistica. Il bronzo non ha peli, ma al loro posto delle estese macchie di ossido. Guardo le gambe delle svizzere ai tavoli di un bar lì vicino. Non sono chiappe, ma vi affonderei volentieri la faccia in mezzo.
Vorrei introdurre ora un altro tema, che prosegue e in un certo senso 'approfondisce' l'argomento precedente. Guardo l'altra sponda del lago e vedo il nero e grosso buco, la 'caverna', piena della centrale elettrica di Maccagno. Fine della eh, eh, 'introduzione'. Dicevo quindi che mi sono informato presso le cosce delle svizzere riguardo l'uso giornaliero inconsueto che nel paese si è reso necessario. Il messo comunale ogni mattina presto, oltre a provvedere allo svuotamento delle buche postali, dell'accensione della fotocopiatrice, del riscaldamento delle scuole elementari, dell'approdo del traghetto del panettiere e del lattaio, deve anche togliere dal culo del milite tutti gli oggetti che i giovinastri di droga e qualche pensionato Cavaliere di Vittorio Veneto del luogo vi abbandonano. Si trovano come minimo le cicche delle sigarette, le gomme masticate, la busta della pensione, a volte ruote di bicicletta (neanche fosse il monumento al milite bersagliere). La pratica ritualistica che si è affermata, prevede che all'atto del prelievo dell'oggetto si dica rivolgendosi idealmente a piccoli e vecchi teppistelli: 'bastard, de la madona'.
In comune, un piccolo museo delle cose ritrovate (che non vengono restituite costituendo un fondo di indennità per il messo) è visitabile il 1°Aprile. Citofonare Giusi.
FINE