Colloquio di lavoro
/*Job interview*/«Non mi è tornata la parola ancora da quel colloquio di lavoro. Non sono più lo stesso da allora. Più ricco e più soddisfatto professionalmente.» |
Last modified: Apr 09, 1997
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Il colloquio di lavoro assunse subito un carattere inquietante: quello per me era solo il secondo colloquio da quando mi laureai, e nonostante il mio atteggiarmi a disinvolto lavoratore assomigliavo comunque a cio' che in realta' ero, la sura invece... sembrava una nave scuola.
La matrona era seduta dietro una massiccia scrivania. Doveva essere molto alta, aveva una carnagione chiara ma abbronzata e dimostrava una cinquantina d'anni. Doveva avere un carattere e una personalita' fortissime. Quell'altro se ne stava silenzioso alle mie spalle e sembrava puramente ornamentale, anche se si capiva benissimo che doveva essere li' come cliente dell'agenzia.
-Senta, sto mio amico qui, ci ha una fabbrichetta a Macilenta e sta cercando un giovane ingegnere.
-A me sta' bene... di che si tratta?
-Ci parli lei cosi' vi conoscete. Le presento l'ingegner Motori Asincroni.
Mi rivolgo all'altro e parliamo un poco dell'argomento della mia tesi, poi lui espone le problematiche che deve affrontare in ditta. Caspita! Non ci posso credere! Sono uguali uguali uguali!
Non so se sapete quanto sia difficile trovare un posto in aziende di medie dimensioni, in cui si possano affrontare le medesime tematiche affrontate nella tesi... o addirittura nel corso di studi... Questo era pero' il caso!
-Ue', ci sono delle ottime prospettive di carriera, sa? - il colloquio e' ripreso in mano dalla Rossa, e a me brillano gli occhi dalla commozione per tanta fortuna...
-Per qanto riguarda il posto di lavoro ci si deve un poco adattare... sa' in provincia... ma lei viene da Qui forse cio' non costituisce una novita'... - io sorrido per rassicurarla.
-Magari puo' capitare di dover lavorare un poco piu' delle otto ore... - continua lei.
-Non c'e' problema - dico io.
-Per questa ragione poi e' necessario trasferirsi a Ciuccione, dove c'e' la fabbrichetta...
-Ma io non abito poi tanto lontano... e poi il collegamento tra Qui e Macilenta e' magnificamente servito da treni diretti... e infine io sono abituato a fare il pendolare... - cerco di opporre una debole resistenza...
-Purtroppo e' una condizione imprescindibile... -. Io ovviamente cedo. "...Per cosi' poco in fondo..." penso...
-Le dico questo perche' la provicia non offre molto. Per esempio nell'intervallo per il pranzo cosa si puo' fare? Andare a pescare al Ticino, oppure prenderci il sole, o anche andarci per scopare... - io noto la volgarita' e mi limito a sorridere... ma in cuor mio rimango invece molto sorpreso.
-Ora il problema e' un'altro...- come! Un'altro? - non e' che si guadagni molto.
Io la osservavo mentre diceva questo. Per tutto il colloqui aveva sempre tenuto la medesima espressione sorridente e cordiale. Ora pero' sembrava che mi volesse sfidare creandomi dei problemi. -Si parla di un milione e quattrocento.
Io la guardo affinche' continui. -...Lorde... - Non ci metto molto a pensare... tolgo un terzo e mi rimane circa 1 milione... - ...quindi togliamo un po' di cosine e: tac, rimane un milioncino -. La mia espressione comincia salinificarsi.
-Da queste dobbiamo ancora togliere le spese per l'appartamento... diciamo cinquecentomila. Non e' che rimanga molto... Usciamo qualche volta in pizzeria, andiamo a vedere qualche film... e se poi abbiamo la donna... - la sua espressione e' sempre piu' ambigua. Mi sta' dicendo che io non quadagnero' praticamente nulla, andro' ad abitare in culo al mondo e sgobbero come un mulo... eppure mi limito a dire: -Beh... se c'e' da imparare qualcosa...
A ripensarci, forse la' dentro la faccia piu' da schiaffi era la mia.
Agenzia Rossa Dani
/*Rossa Dani Agency*/ -Ue' ingegnere! Si accomodi.Il colloquio di lavoro assunse subito un carattere inquietante: quello per me era solo il secondo colloquio da quando mi laureai, e nonostante il mio atteggiarmi a disinvolto lavoratore assomigliavo comunque a cio' che in realta' ero, la sura invece... sembrava una nave scuola.
La matrona era seduta dietro una massiccia scrivania. Doveva essere molto alta, aveva una carnagione chiara ma abbronzata e dimostrava una cinquantina d'anni. Doveva avere un carattere e una personalita' fortissime. Quell'altro se ne stava silenzioso alle mie spalle e sembrava puramente ornamentale, anche se si capiva benissimo che doveva essere li' come cliente dell'agenzia.
-Senta, sto mio amico qui, ci ha una fabbrichetta a Macilenta e sta cercando un giovane ingegnere.
-A me sta' bene... di che si tratta?
-Ci parli lei cosi' vi conoscete. Le presento l'ingegner Motori Asincroni.
Mi rivolgo all'altro e parliamo un poco dell'argomento della mia tesi, poi lui espone le problematiche che deve affrontare in ditta. Caspita! Non ci posso credere! Sono uguali uguali uguali!
Non so se sapete quanto sia difficile trovare un posto in aziende di medie dimensioni, in cui si possano affrontare le medesime tematiche affrontate nella tesi... o addirittura nel corso di studi... Questo era pero' il caso!
-Ue', ci sono delle ottime prospettive di carriera, sa? - il colloquio e' ripreso in mano dalla Rossa, e a me brillano gli occhi dalla commozione per tanta fortuna...
-Per qanto riguarda il posto di lavoro ci si deve un poco adattare... sa' in provincia... ma lei viene da Qui forse cio' non costituisce una novita'... - io sorrido per rassicurarla.
-Magari puo' capitare di dover lavorare un poco piu' delle otto ore... - continua lei.
-Non c'e' problema - dico io.
-Per questa ragione poi e' necessario trasferirsi a Ciuccione, dove c'e' la fabbrichetta...
-Ma io non abito poi tanto lontano... e poi il collegamento tra Qui e Macilenta e' magnificamente servito da treni diretti... e infine io sono abituato a fare il pendolare... - cerco di opporre una debole resistenza...
-Purtroppo e' una condizione imprescindibile... -. Io ovviamente cedo. "...Per cosi' poco in fondo..." penso...
-Le dico questo perche' la provicia non offre molto. Per esempio nell'intervallo per il pranzo cosa si puo' fare? Andare a pescare al Ticino, oppure prenderci il sole, o anche andarci per scopare... - io noto la volgarita' e mi limito a sorridere... ma in cuor mio rimango invece molto sorpreso.
-Ora il problema e' un'altro...- come! Un'altro? - non e' che si guadagni molto.
Io la osservavo mentre diceva questo. Per tutto il colloqui aveva sempre tenuto la medesima espressione sorridente e cordiale. Ora pero' sembrava che mi volesse sfidare creandomi dei problemi. -Si parla di un milione e quattrocento.
Io la guardo affinche' continui. -...Lorde... - Non ci metto molto a pensare... tolgo un terzo e mi rimane circa 1 milione... - ...quindi togliamo un po' di cosine e: tac, rimane un milioncino -. La mia espressione comincia salinificarsi.
-Da queste dobbiamo ancora togliere le spese per l'appartamento... diciamo cinquecentomila. Non e' che rimanga molto... Usciamo qualche volta in pizzeria, andiamo a vedere qualche film... e se poi abbiamo la donna... - la sua espressione e' sempre piu' ambigua. Mi sta' dicendo che io non quadagnero' praticamente nulla, andro' ad abitare in culo al mondo e sgobbero come un mulo... eppure mi limito a dire: -Beh... se c'e' da imparare qualcosa...
A ripensarci, forse la' dentro la faccia piu' da schiaffi era la mia.
FINE