Suono di un peto
/*Strong and loudness*/«Ai rut fan rid, ai lof fan taché lit. Ma queste ultime si attaccano per molto peggio al profondo suono di un peto.» |
Last modified: Apr 4, 2004 (Created: Aug 9, 1996)
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Forte e squassante
- Ma non mi fare scherzi...Io non avevo seguito con attenzione fino a quel punto la telefonata, l'insolito tono un poco predichevole aveva colpito la mia attenzione. Non era per me un buon periodo, e la mia presenza in quel ufficio ne era il simbolo più esplicito. A testa bassa leggevo sul monitor alcune pagine di documenti dal contenuto dubbio.
- Non mi fare scherzi, dimmi che me lo consegni...
Il mio capo temporaneo si ripeteva, ma era chiaramente sempre più alterato dalle risposte che non potevo sentire all'altro capo del telefono.
- Se non fate la consegna mi mettete in un mare di guai, e così vi troverete nei guai anche voi. Non fatevi pregare che mi incazzo. - pausa di ascolto - Ma avete capito? Finisce che mi incazzo...
La cosa non mi preoccupava in quanto in quel ufficio ero poco più che un estraneo, certo il voltare le spalle ad una persona agitata poteva rivelarsi pericolosa, ma visto che si trattava di un superiore...
- Siete dei bastardi! Eravamo d'accordo su tutto, abbiamo persino ritoccato il listino...
La potenza della voce, scagliata sulla cornetta sorretta dal capo ma comunque indirizzata lungo la traiettoria che mi univa alla scrivania, era fastidiosa ma l'espirazione cominciava a strozzarsi.
- Ma che cazzo mi vieni a dire? Siete dei bastardi, dei bastardiiii.
Si era alzato in piedi, e nel proferire la lunga emissione vocalica sulle iiii sbatté il microfono sul ripiano del tavolo. - Bastardi, bastardi, bastardi - E percosse ad ogni ripetizione il tavolo con la cornetta. Sbahm! Sbahm! Sbahm! E ancora. Tutto rosso in viso sembrava stesse percotendo la pur dura testa dei fornitori, fino a farli mancare, con una curiosa esitazione sull'ultimo colpo come per riprendere un ultimo sussulto delle vittime.
L'attività dell'ufficio si era fermata e ridacchiando gli altri colleghi addetti alle procedure di quel luogo si davano delle gran pacche sulla schiena del vicino e sulla propria pancia. Evidentemente erano abituati a tali escandescenze. - Vi rompo il culo, bastardi! - Mi aspettavo che il telefono si rompesse, ma ciò non accadde.
Durante tale manifestazione del capo di autocontrollo e di leadership, gli si avvicinò uno degli impiegati più giovani.
L'ufficio era un ampio open space, segregato tramite vetrate negli uffici delle varie funzioni aziendali tipiche di una azienda manufacturig. Eravamo quindi in una specie di acquario, una scrivania 'direzionale' in fondo, come in un'aula, e un paio di scrivanie lungo le pareti. Io ero praticamente in mezzo all'ufficio e voltavo le spalle alla scrivania del professore, che poi era impersonato dal capo.
Giuntogli vicino, come per dirgli qualche cosa, si voltò inaspettatamente voltandogli le spalle ed ancor più inaspettatamente emise un forte peto. - Ma io ti ammazzo! - Il capo gettò definitivamente la cornetta chiudendo definitivamente comunicazione e cercò di avventarsi su quel simpaticone in fuga.
FINE